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Del filosofo greco Eraclito di Efeso si racconta che avesse depositato come dono votivo nel tempio di Artemide la sua opera in versi, di cui sono stati tramandati oltre cento frammenti. Per avversione alla classe mercantile in ascesa, si ritirò dalla vita politica della sua città.  Attraverso un’originale e sapiente rilettura delle sue frammentarie affermazioni, Hans-Georg Gadamer cerca di disseppellire il pensiero Eracliteo mostrandone l’attualità. Remo Bodei nega che quello di Eraclito sia un pensiero misterico o iniziatico; al contrario la sua è una ricerca che mette l’anima umana di fronte alla complessità del mondo, in maniera tale che approfondendo ciò che le sta di fronte, continui sempre nel suo cammino: “i confini dell’anima, per quanto tu vada, non potrai mai trovarli […],  tanto profonda è la sua misura”. Marcel Deteienne sottolinea invece la peculiarità della parola di Eraclito, profondamente diversa da quella dei filosofi che destinavano il loro sapere alla vita pubblica della città.

Of the Greek philospher Heraclitus it is said he placed as votive gift in the temple of Artemides his work in verse, over a hundred fragments of which have been handed down. Due to adversion to the rising merchant class, he withdrew from his city's political life.  Through an original, wise rereading of his fragmentary stements, Hans-Georg Gadamer tries to unearth Heraclitus' thinking, showing its modernity. Remo Bodei denies that Heraclitus' thinking is one of mystery and initiation; quite the contrary, his is a search placing the human soul before the world's complexity so as to go on and on in his path, deepening what is in front: "No matter how far you go, you will never find the soul's limits." Meanwhile, Marcel Deteienne stresses the peculiarity of Heraclitus' words, deeply unlike those of philosophers directing their knowledge to the city's public life.

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