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Immaginate un adolescente infuriato che scrive la sua prima commedia. La sua città è appena entrata in guerra, è assediata dai nemici, è travolta dalla peste. Immaginate che quella guerra non finisca, che duri trent’anni, che quell’adolescente diventi adulto e conti­nui a scrivere commedie spericolate e diver­tenti, percorse dall’ossessione di quel conflit­to che sembra non finire mai. 
Quell’adolescente è Aristofane, un greco vis­suto 2500 anni fa. Il suo genio sta nel mettere insieme, nella stessa commedia, le schifezze e i sogni, le battute più oscene e i versi più cristallini, la merda e il cielo.
Per questo ho proposto Aristofane ai 70 ado­lescenti infuriati di Napoli e Scampia, per que­sto ho riscritto il testo insieme a loro, nutren­dolo delle loro improvvisazioni, lavorando su un filo sotterraneo di fantasmi e marionette che da Aristofane arriva fino a Totò: perché la loro carica tenga vivo il segreto del teatro, la sua linfa dionisiaca e selvatica.
Marco Martinelli

Imagine a furious adolescent writing his first play. His city has just entered the war, is besieged by enemies, scourged by the plague. Imagine this war does not end, it lasts thirty years, that adolescent grows up and continues writing dangerous, funny plays, streaked by the obsession of that conflict that seems to never end. That adolescent is Aristophanes, a Greek living 2500 years ago. His genius lies in combining in the same play the disgusts and the dreams, the most obscene lines and the most crystalline verses, the shit and the sky. This is why I proposed Aristophanes to 70 furious adolescents from Naples and Scampia, and rewrote the text with them, feeding on their improvisation, working on an underground thread of ghosts and puppets leading from Aristophanes to Totò: so their drive keep alive the secret of theatre, its wild Dionysian sap. 

Marco Martinelli

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