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Il filmato è stato realizzato in occasione della mostra "Boneyard" tenutasi alla Galleria Angelica di Roma nel settembre del 2017, a cura di Giuseppe Ussani d'Escobar. Una riflessione sulle opere di Francesca Beatrice Borri potrebbe venire dalla lettura della bella poesia di Camillo Sbarbaro (1888 - 1967) “A guardarti m’indugio intenerito”.

A guardarti m’indugio intenerito,/d’oltre il muretto basso che ti cinta,/piccolo cimitero di campagna./Aperto al celo, alla mercé del vento/della pioggia, vegliato dalle stelle,/ tu ancora partecipi alla vita./ Soave come l’improvviso sonno/ che chiude gli occhi al piccolo che piange,/ l’erba qui addormenta le speranze/ delle fanciulle, l’ansia delle madri/ e tutto il nostro affaccendarci invano…/ Qui la vita e la/ morte si dan mano/ come sorelle…/ Tutto ciò che è,/ è un poco ciò che fu, un poco ciò/ che sarà…/ Qui è facile pensare/ che quella farfalletta che là alia,/ chiusa la sua vicenda, rivivrà/ nel geranio fiammante del balcone/ o nei capelli d’una donna amata…/ Piccolo cimitero di campagna,/ in questo poco sole di settembre/ è così dolce quel che insegni al cuore/ ch’egli di gratitudine si gonfia./ E, uscendo da me stesso, mi vedo,/ in altre forme in sempre nuove forme/ essere eternamente come i cieli. 

The film was made on the occasion of the exhibition "Boneyard" held at the Galleria Angelica in Rome in September 2017, curated by Giuseppe Ussani d'Escobar. A reflection on the works of Francesca Beatrice Borri could come from reading the beautiful poem by Camillo Sbarbaro (1888 - 1967): “A guardarti m’indugio intenerito”.

A guardarti m’indugio intenerito,/d’oltre il muretto basso che ti cinta,/piccolo cimitero di campagna./Aperto al celo, alla mercé del vento/della pioggia, vegliato dalle stelle,/ tu ancora partecipi alla vita./ Soave come l’improvviso sonno/ che chiude gli occhi al piccolo che piange,/ l’erba qui addormenta le speranze/ delle fanciulle, l’ansia delle madri/ e tutto il nostro affaccendarci invano…/ Qui la vita e la/ morte si dan mano/ come sorelle…/ Tutto ciò che è,/ è un poco ciò che fu, un poco ciò/ che sarà…/ Qui è facile pensare/ che quella farfalletta che là alia,/ chiusa la sua vicenda, rivivrà/ nel geranio fiammante del balcone/ o nei capelli d’una donna amata…/ Piccolo cimitero di campagna,/ in questo poco sole di settembre/ è così dolce quel che insegni al cuore/ ch’egli di gratitudine si gonfia./ E, uscendo da me stesso, mi vedo,/ in altre forme in sempre nuove forme/ essere eternamente come i cieli. 

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