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Il film-documentario mostra come la produ­zione artistica di Alberto Sughi (1928 − 2012) non segua mai un percorso pre-determinato. Lo spazio creativo dell’artista appare come una sorta di “campo magnetico” in cui operano forze conscie e inconscie, energie in continua trasformazione, alla ricerca di un senso che non è mai definitivo.
Ugo Gregoretti, che - insieme a Sergio Zavoli, Franco Ferrarotti, Maurizo Calvesi, Vittorio Sgarbi, Ettore Scola e Citto Maselli - ha assistito alla proiezione del film, vi ha visto il tentativo riuscito di catturare «la poetica del vivere di Sughi» e quel «biancore dal quale Sughi è avvolto fin dall’inizio, nel quale acquista un’incisività musicale il suono del carboncino che stride sulla tela in un silenzio totale e l’esplosione, a un certo punto, di quello che sembra un canto gregoriano in grammelot: quella manovella scalcinata e stridula, che solleva il piano d’appoggio del dipinto…».

Il film documentario di Maria Teresa de Vito racconta l'arte e la vita di Alberto Sughi anche attraverso le testimonianze di Ettore Scola, Vittorio Sgarbi, Maurizio Calvesi e Arturo Carlo Quintavalle.

The film-documentary shows how the artistic production of Alberto Sughi (1928 - 2012) never follows a pre-determined path. The artist’s creative space seems a sort of “magnetic field” in which operate conscious and conscious forces, energies in continuous transformation, in the search for a sense that is never definitive.
Ugo Gregoretti, who - together with Sergio Zavoli, Franco Ferrarotti, Maurizo Calvesi, Vittorio Sgarbi, Ettore Scola and Citto Maselli - attended the film’s screening, saw there the successful attempt to capture ‘Sughi’s life poetry’ and “that dazzle entwining Sughi from the start, in which a musical incisiveness is acquired by the sound of charcoal screeching on the canvas in total silence and then at a certain point the explosion of what seems a Gregorian chant in Grammelot: that shabby, strident  crank raising the painting’s resting level...”

The documentary, by Maria Teresa de Vito, relates the art and life of Alberto Sughi, also through the contributions of Ettore Scola, Vittorio Sgarbi, Maurizio Calvesi and Arturo Carlo Quintavalle.

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